Don Joe e le scimmie al Giffoni film festival
Un evento di orientamento scolastico e un’occasione per parlare di musica e formazione nella Sala Truffaut di Giffoni Valle Piana. Il preside del “Glorioso” Tavarone: “Dobbiamo avvicinarci ai bisogni dei ragazzi”.
“Anche noi siamo stati ragazzi, solo che oltre ad andare a scuola e all’università abbiamo coltivato la nostra passione: la musica.” Con queste parole, mercoledì 28 marzo, il produttore Don Joe ha raccontato il suo percorso lavorativo e di vita agli studenti degli istituti secondari di I grado di Giffoni Valle Piana e Montecorvino Rovella, e dell’istituto di istruzione superiore “Gian Camillo Glorioso”.
Ad incontrare i ragazzi per l’evento di orientamento all’indirizzo quinquennale di Produzioni Audiovisive, anche il produttore Yung Snapp, i rapper Vale Lambo e Lele Blade – che insieme formano il gruppo “Le Scimmie” – e il regista Max Castelli.
Una mattinata di dialogo sulla musica, sulla formazione e su come coltivare le proprie passioni. “Avevamo un sogno, ci abbiamo creduto e l’abbiamo portato in alto – continua Don Joe – e lo abbiamo fatto senza fretta. La mia ricerca come produttore, il vero e proprio lavoro di scouting che faccio, parte dalla ricerca tra i giovani come voi, prima appassionandosi all’artista e solo dopo arrivando a lavorare in studio. E anche tra voi spero che ci siano tanti talenti.”
Presente anche il Sindaco di Giffoni Valle Piana, Antonio Giuliano, che ha ringraziato a nome dell’amministrazione comunale “docenti e studenti presenti per il lavoro svolto con questo prezioso corso di cinematografia. Auguro a tutti gli studenti di raggiungere orizzonti sempre più ampi di quelli che pensate di poter raggiungere, e vi auguro di farlo studiando ma anche cogliendo l’attimo, come oggi, che avete l’occasione di confrontarvi con gli artisti che abbiamo il piacere di avere con noi. Il mio ringraziamento va anche al preside del “Glorioso” Carmine Tavarone, oltre che al Giffoni Experience. Continueremo a lavorare con il direttore Claudio Gubitosi e il presidente Piero Rinaldi sulla formazione, che è il cardine del vostro e nostro futuro.”
Tra le esigenze evidenziate dal corpo docenti del territorio, durante l’incontro, anche quello di poter offrire agli studenti “degli spazi adeguati all’importantissima formazione multimediale che questo corso di studi vuole incentivare, e che può avere un riflesso prezioso anche per tutto il territorio”, come afferma la docente Emma Tedesco.
“Abbiamo voluto fortemente questo corso professionale – spiega il preside Carmine Tavarone – che diventerà alta formazione per Giffoni, da 50 anni città del cinema per i ragazzi. Questa è una giornata fantastica per la musica, e per me la musica rap è apprendimento: oggi vesto anche io i panni dello studente, l’ho ascoltata ma vederla e sentirla in diretta è fondamentale per riuscire a entrare in sintonia con i ragazzi, come diceva il grande compositore Igor Stravinskij, “il battito del cuore è la prima musica della vita”. In questo momento mi sto rendendo conto di essere all’antica rispetto alle domande spontanee che i ragazzi hanno formulato. Questi ragazzi, più che sulla storia e la geografia, sono preparatissimi su un mondo che noi a volte ignoriamo. Bisogna trovare un modo per trasformare queste loro passioni in qualcosa in più, avvicinandoci alla loro realtà e ai loro bisogni.”
“La musica ci ha salvati – racconta Lele Blade – e la prima cosa che posso dire è che ci porta sempre verso cose nuove, magari anche lontani dalla negatività. Siamo arrivati, dopo anni di lavoro, ad ottenere questo risultato, ne siamo felici e speriamo di fare sempre di più per migliorare. Don Joe ci ha dato la possibilità di arrivare a moltissime persone tramite le sue piattaforme, e gliene siamo grati. Al sud è difficile emergere nel mercato musicale italiano: per noi è stata una vera fortuna e dobbiamo ringraziarlo.”
Tantissime le domande dei giffoners in sala: dalla creazione di un video musicale alla nascita del nome del gruppo, “Le Scimmie”. “Tutto comincia ascoltando il pezzo – racconta il regista Max Castelli – e trovando il modo di rappresentarlo. Una volta stilato lo storytelling cerchiamo le location adatte a girarlo, montarlo e passarlo a Joe, che fa la supervisione. E’ un lavoro di gruppo, questo è il segreto.”
“Il nome del gruppo – spiega Vale Lambo – nasce dalla voglia di trasmettere un istinto selvaggio, perché lavoriamo con l’istinto. Una volta che il beat è pronto seguo cosa mi nasce nella testa e comincio a scrivere, scelgo la tematica, le frasi chiave da inserire e da qui il ritornello.”
Non poteva mancare una domanda sui Club Dogo, la storica formazione di Don Joe: “Non ci siamo mai sciolti, stiamo solo facendo un percorso diverso. Ognuno ha scelto di fare in questo momento quello che preferiva. Jake La Furia ha preso la strada del reggaeton, mentre Gue Pequeo è rimasto sul genere originario che facevamo. Siamo amici da troppo tempo, e la parola scioglimento non fa parte del nostro dizionario. Lavorare insieme è stato sensazionale, in dieci anni abbiamo visto di tutto. Io, che faccio il produttore, posso dire che i Dogo sono stati un capitolo importante della mia vita, perché con loro abbiamo cambiato l’hop hop in Italia.”
Dopo avere regalato al pubblico qualche freestyle dei loro brani più amati de “Le scimmie”, come “We we” e “Nomea”, gli ospiti hanno risposto anche alle domande puntuali e importanti degli studenti, su tematiche delicate come quelle della droga. “E’ sbagliato emulare quello che si vede nei video o nei film – spiega Don Joe ai ragazzi – e bisogna capire che quello che si vede sullo schermo è intrattenimento, non un modello da seguire. La droga esiste, è un problema, bisogna solo sapere come raccontarla. A volte abbiamo parlato, nei brani, di esperienze personali proprio per far capire che sono sbagliate e che non vanno seguite come esempio.”
E’ il caso di “Angelo”, l’ultimo lavoro di Vale Lambo. Alla domanda sul perché di questo titolo, il rapper risponde così: “Volevo rappresentare la storia di un ragazzo che prende la strada giusta. A Napoli siamo abituati a vedere sia il male che il bene, e noi abbiamo scelto il bene. La parola “angelo” è una metafora di questo disco, che ho realizzato con contenuti personali e molto sentiti.”
Alessio, un ragazzo del pubblico, chiede perché i rapper in molte canzoni trattano questi temi. “Dipende da come affronti l’argomento – racconta Lele Blade – perché è una realtà che viene raccontata, non un messaggio. Parlare di determinati problemi è importante.” Grande attenzione anche al tema della formazione e dello studio. Yung Snapp, infatti, è un produttore ma tra due settimane si laurea come tecnico radiologo. “Si possono fare entrambe le cose – spiega – non cedendo mai alla noia. Ho iniziato questo percorso musicale per caso, leggendo un contest di Don Joe su Google, e ho partecipato per il gusto di provare. E’ andata bene, e ho iniziato ad avere un contatto don Dogozilla, e da qui è iniziato tutto.”
“Volevamo mettere insieme persone che amano la musica per un vero e proprio collettivo di produttori – aggiunge Don Joe – e Yung Snapp è stato uno dei primi a far parte della nostra famiglia. Vogliamo portare avanti questo discorso con Dogozilla, come i procuratori che vanno in giro nelle scuole calcio per vedere i talenti all’opera. Noi facciamo questo, aiutiamo rapper e artisti a fare musica.”
Tra le tante domande anche la curiosità di una docente, che chiede che consiglio dare ai ragazzi che non amano stare sui libri e che bistrattano la scuola. “Io esco da un istituto professionale, sono odontotecnico – racconta Vale Lembo – e il mio consiglio è quello di studiare e non fermarsi, seguendo le proprie passioni.” “La nostra cultura rap non si studia a scuola – aggiunge Lele Blade – ma nasce in maniera naturale, a differenza dei beat macero, che, invece, usano i software.” “Siate curiosi”, conclude Don Joe, “perché oggi non c’è bisogno di seguire corsi costosi, nemmeno per fare musica rap. Spesso anche noi utilizziamo internet e le nuove tecnologie per capire come si fa una cosa se non lo sappiamo.”
E alla domanda su quale sarà la prossima canzone de “Le scimmie”, Lele Blade afferma sicuro: “Abbiamo sempre in testa quale sarà il nostro prossimo passo, perché la musica è la nostra vita e le tre parole che ci descrivono sono unità, dedizione e tenacia.”
Comunicato stampa Giffoni Experience
Foto Giffoni Experience
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